Incontro culturale

Violenza contro le donne: dal dire al fare

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Docente Volontarie Centro Antiviolenza di Vittorio Veneto

Accoglienza, ascolto, aiuto,accompagnamento a favore delle donne di ogni età, che subiscono maltrattamenti e violenze e cercano sostegno. Il centro Anti Violenza intercetta una vasta gamma di bisogni e le competenze specifiche degli operatori del CAV sono fruibili sia dalle donne vittime di violenza sia dai soggetti istituzionali.
Ecco di seguito il testo della presentazione effettuata il 18 aprile 2024 per il pubblico della nostra Università dalle volontarie che operano presso il CAV Centro antiviolenza di Vittorio Veneto.

Buon pomeriggio a tutti. Siamo  Clara, Nelia e Tiziana  volontarie che operano all’interno del CAV di Vittorio Veneto.
Grazie a tutti per la vostra presenza.
Il CAV di Vittorio Veneto nasce nel giugno 2015 come esito del confronto, attuato nell’ambito del Tavolo Interistituzionale sulla violenza domestica e lo stalking voluto dalla Conferenza dei Sindaci dell’allora Azienda ULSS 7, tra i vari soggetti che sono a contatto con le vittime della violenza. Si innesta  sull’esperienza dello Sportello Donna cittadino, attivo dal 2005 e ha come sua precipua finalità l’accoglienza di donne vittime di una qualche forma di violenza che ne offenda la dignità.
Il progetto si è concretizzato grazie alle risorse messe a disposizione da un bando regionale e dal Comune di Vittorio Veneto.

Il numero di donne che si avvicina al servizio è purtroppo in costante aumento.
Nel corso del 2021, complice il Covid-19, i casi di violenza registrati nel comprensorio hanno segnato un dieci  per cento in più rispetto all’anno precedente. La pandemia ha avuto l’effetto di far detonare situazioni pregresse di violenza e scoperchiature nuove.
Il CAV di Vittorio Veneto si occupa mediamente dai 100 ai 120 casi l’anno.

Il CAV mette a disposizione un insieme di attività di supporto gestite direttamente o in rete con altri soggetti del territorio:

  • Accoglienza, ascolto e orientamento in un’ottica di sicurezza e nella sospensione del giudizio
  • Accompagnamento individualizzato nel percorso da intraprendere per uscire dalla violenza
  • Supporto alla denuncia attraverso un lavoro in rete con la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine
  • Consulenza legale specializzata in materia civile e penale
  • Supporto psicologico allo scopo di aiutare la donna nella presa di consapevolezza rispetto al problema vissuto e sostenerla nel percorso di uscita dallo stesso
  • Collegamento con i Servizi Sociali territoriali per mettere in protezione la donna, sola o con figli minorenni, nelle situazioni di pericolo per la loro incolumità
  • Percorsi di accompagnamento al lavoro
  • Invio ad altri soggetti del territorio per interventi complementari (chiedere spiegazioni)
  • Gruppo di auto mutuo aiuto.

Tutte le attività ed i servizi offerti sono gratuiti.

Il CAV garantisce riservatezza.
Agli autori di violenza è impedito l’accesso presso la sede del CAV.
Tutto il personale messo a disposizione dal CAV è di genere femminile.
È estremamente importante fare rete in modo che tutti i soggetti coinvolti siano sempre a conoscenza della situazione in modo da poter garantire un intervento tempestivo.
In tale ottica il CAV opera in stretta integrazione con i servizi territoriali.

I TRE SPEPS FONDAMENTALI DEL LAVORO CON LA DONNA SONO:

  • Rilevazione della violenza
  • Rilevazione del rischio/gestione del rischio
  • Piano di protezione per la vittima

Rilevazione della violenza:
Come si rileva?  Quali buone pratiche adottare? Quali interventi evitare?
La violenza se non viene nominata e domandata non viene riferita

  • Violenza fisica (“Stavamo litigando ed ad un certo punto mi ha dato uno schiaffo”)
  • Violenza psicologica (“Stai zitta stupida!” “Tutto quello che dico e che faccio non va mai bene…”)
  • Violenza sessuale (“Stavo dormendo e mi ha svegliata. Gli ho detto che ero stanca, che non ne avevo voglia, ma l’ha voluto fare lo stesso. Perché lui è mio marito…”)
  • Violenza economica (“Il mio stipendio lo tiene lui. Dice che di come spendo i soldi non si fida…”)

Dal momento che la violenza è dinamica, ogni forma di intervento va opportunamente calibrata e modulata in base al percorso di uscita della donna dalla violenza.

Rilevazione del rischio (probabilità, natura, frequenza, intensità)
Che tipo di rischio è importante tenere presente quando si effettuano interventi in situazione di possibile violenza?

In che modo comportarsi quando si rileva/percepisce la presenza di un rischio elevato per l’incolumità della vittima?

È opportuno ripetere la valutazione a periodi costanti.

Alcuni fattori di rischio misurati attraverso domande rivolte alla donna (da Danger Assessment; Campbell 2005):

  1. Aumento della violenza fisica per gravità e frequenza nell’ultimo anno
  2. Lui possiede un’arma da fuoco
  3. Lei lo ha lasciato nell’ultimo anno dopo aver convissuto
  4. Ha mai utilizzato o minacciato con un’arma la partner
  5. Minaccia di morte
  6. Figlio della donna da precedente relazione
  7. Forzata per rapporto sessuale
  8. Fa uso di sostanze

A seguire la rilevazione del rischio  dovrebbe essere approntato un Piano di Protezione per prevenirlo e contenerlo

I GRUPPI AMA

Dal 2019 abbiamo iniziato ad occuparci di Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA) per donne vittime di violenza.
A tutt’oggi ne sono stati seguiti 3 (con interruzione purtroppo dovuta al COVID 19).
L’esperienza è stata molto intensa e coinvolgente e ci ha dato la possibilità di entrare a stretto contatto con situazioni di violenza di svariato genere. Le donne che hanno partecipato ai gruppi AMA erano vittime di violenza psicologica, fisica sia da parte di partners che da parte di figli, e stalking.
È il gruppo in sè ad avere sull’individuo un effetto terapeutico, grazie al fenomeno del rispecchiamento.
I valori riconosciuti nel gruppo AMA sono: nessun giudizio, ascolto, relazione, fiducia, responsabilità, rispetto, autostima, assertività, pensiero positivo.